Rifugio Antibomba

Lungo il sentiero dei Bregoli si incontra il rifugio antibomba "Ettore Muti" in questa zona nella seconda guerra mondiale si sono protetti dagli attacchi aerei molti casalecchiesi.

Fu realizzato dal Comune di Casalecchio di Reno nell'inverno del 1943 su progetto dell'ing. Raul Lo Re. Scavato completamente in galleria, era considerato tra i più sicuri, resistente anche al colpo in pieno. La galleria ha uno sviluppo in lunghezza di 114 metri.

Dall'Archivio Comunale di Casalecchio grazie al contributo dell'Istituzione delle Culture.

Anno 1943

4 gennaio - Lettera del Podestà di Casalecchio di Reno per l'invio del progetto di realizzazione del rifugio antiaereo in via San Luca inviata all'Ufficio protezione antiaerea della Prefettura.

25 febbraio - Il Ministero dell'lntem0 risponde al Prefetto chiedendo una planimetria più chiara per poter meglio valutare il progetto.

3 marzo - La Prefettura invia al Podestà di Casalecchio di Reno le osservazioni del Ministero dell'Interno.

5 marzo - Il Comune di Casalecchio di Reno invia al Prefetto la Planimetria generale del comune.

29 marzo — Il Ministero dell’Interno risponde al Prefetto che non si ritiene di dare via libera al progetto vista la cospicua distanza del rifugio dal centro abitato.

l aprile - Il Prefetto invia la lettera del Ministero al Comune di Casalecchio.

3 aprile — Il Podestà di Casalecchio di Reno invia copia della lettera del Ministero del 29/O3 al Segretario del Fascio.

10 maggio - L‘ing. Lo Re descrive in una relazione tecnica il progetto del rifugio sottolineandone l'utilità.

12 maggio - Il Podestà di Casalecchio di Reno invia al Prefetto il preventivo di spesa e la relazione dell‘ing. Lo Re chiedendo urgentemente lo sblocco della pratica. Di questa lettera manda notizia anche al Segretario del Fascio.

3l maggio — Il Corpo Reale del Genio Civile del Ministero dei Lavori Pubblici esprime parere favorevole all'appr0vazione del progetto rilevando soltanto che i prezzi di capitolato risultano troppo bassi e fuori mercato.

3 giugno - La Prefettura invia al Podestà di Casalecchio di Reno la lettera del Genio civile invitando il Comune a modificare i prezzi.

4 giugno - Il Podestà invia alla Prefettura i nuovi prezzi.

17 Luglio - Il Podestà richiede alla Società Bolognese di Elettricità di autorizzare |'allacciamento elettrico per l'alimentazione di un motore elettrico di 15 kW da cantiere.

23 luglio - Il Podestà manda al Prefetto la determinazione del 20 luglio relativa alla costruzione del rifugio per iniziare al più presto i lavori.

2 agosto - Il Ministero dell'Interno invia una lettera al Prefetto di Bologna in cui si ribadisce la necessita di costruire il rifugio più vicino all'abitato e, in subordine, da alcune indicazioni tecniche (realizzazione di muri antisoffio agli accessi) nel caso non si possa fare a meno di realizzarlo in via S. Luca.

14 agosto - La Società Bolognese di Elettricità Risponde al Prefetto sui modi di realizzazione dell'allacciamento elettrico comunicando che saranno probabili le interruzioni di erogazione dovute alle "attuali condizioni idroelettriche di forte magra".

17 agosto · La prefettura scrive al Podestà sostenendo che l'appalto deve essere approvato dal Genio Civile.

1 settembre - Stipulazione del contratto di appalto tra il comune di Casalecchio di Reno e il Consorzio Bolognese Cooperative Costruzioni e Trasporti.

1 settembre - ll Prefetto comunica alla Società Bolognese di Elettricità il nome della ditta che si e aggiudicata all’appalto.

17 settembre - Il Questore chiede al Podestà di esprimere parere sul fatto che Venturi Eliseo di Livio possa custodire un deposito di esplosivi a servizio del cantiere.

24 settembre - Il commissario Prefettizio esprime parere favorevole alla precedente richiesta del Questore.

27 settembre - Il Commissario prefettizio sollecita il Consorzio Bolognese Cooperative ad iniziare i lavori di costruzione del rifugio.

 4 ottobre - Il Consorzio risponde al Commissario che i lavori sono stati ripresi ma che ancora manca l'energia elettrica.

8 ottobre - Il Consorzio scrive al Commissario prefettizio che la Società bolognese non ha ancora allacciato la corrente scusando la Società bolognese poiché al momento vi sono lavori "ben più urgenti".

19 ottobre - Il Consorzio comunica che il 18 ottobre é stato attivato l'allacciamento elettrico, ma che è ancora in sospeso l'autorizzazione a tenere l'esplosivo.

21 ottobre — Il commissario prefettizio scrive alla Prefettura una lettere a in cui si chiede di rilasciare l'autorizzazione della custodia dell'esplosivo in cantiere.

25 ottobre - Inizio della prima settimana di lavoro.

26 ottobre — Il Comune di Casalecchio di Reno invia al Prefetto l'originale del contratto di appalto per il visto di esecutività.

28 ottobre - Il Commissario prefettizio chiede alla prefettura di emettere il pagamento a favore del comune di £ 636.000.

30 ottobre - Primo stato di avanzamento lavori a firma dell'ing. Lo Re.

8 novembre - Il Commissario prefettizio ordina alla Cassa di Risparmio di Bologna di pagare il primo SAL di £ 45.000.

8 novembre - Il Consorzio chiede al commissario prefettizio di snellire le procedure di pagamento perché hanno grosse difficoltà.

12 novembre - La Prefettura scrive al Commissario prefettizio che il Ministero ha autorizzato il pagamento del 50% del costo totale dell'opera (£ 318.000 su £ 636.000).

18 novembre - L'ing. Lo Re firma il II SAL. 19 Novembre - Il Consorzio scrive al Segretario comunale per sapere i motivi per i quali l'esattoria ha trattenuto solo il 2% di tassa e non 1% di addizionale straordinaria di guerra.

23 novembre - L'ing. Lo Re firma il lll SAL.

23 dicembre — L'ing. Lo Re firma il IV SAL.

Anno 1944

 

8 gennaio - L‘ing. Lo Re firma il V SAL.

11 gennaio - Il generale Romolo Bruni scrive una lettera al Commissario prefettizio. Il generale e sfollato alla Croce di Casalecchio di Reno, e spesso va a messa alla chiesa di San Martino. Scrive sia come cittadino interessato al rifugio sia come tecnico militare, chiedendo che vengano realizzati dei "ripari amovibili" da mettere davanti all'entrata del rifugio che, anche se ancora non terminato, è utilizzato dalla gente per riparo.

14 gennaio — Il Commissario prefettizio manda una nota all‘ing. Lo Re e allegando la lettera del Generale Bruni per le valutazioni di competenza. Nella stessa nota si lamenta del fatto che ci sono voci che sostengono che il rifugio di via Garibaldi costerà il triplo di quello preventivato.

22 gennaio - Ministero dei Lavori Pubblici. Ufficio del Genio civile. Stato finale dei lavori.

29 gennaio - Ultimo giorno di lavoro annotato nella lista settimanale degli operai.

1 febbraio - Lettera di T. Guidoboni indirizzata al Municipio di Casalecchio di Reno in cui si descrive il progetto per l'installazione di una sirena ausiliaria da mettere

probabilmente sulla Casa del Fascio, poiché edificio centrale più alto del paese.

1 febbraio - L'ing. Lo Re firma il VI SAL.

15 febbraio - Disciplinare di incarico tra il Comune di Casalecchio di Reno e il sig. Ugo Marzocchi per il servizio di custodia del rifugio.

6 marzo — Il Commissario prefettizio (Giorgio Vacchi) scrive al Prefetto sulla possibilità di realizzare nel rifugio un archivio per il materiale della Prefettura. Per fare questo sarà necessario ampliare il rifugio per non sacrificare spazio per la popolazione.

16 marzo - Il Consorzio Bolognese invia all'ing. Lo Re l'offerta per un ampliamento del rifugio di 30 mq.

18 marzo - Il Commissario scrive al capo della Provincia sul fatto che l‘ampliamento si può fare in una ventina di giorni con una spesa di £ 63.000 valutata alta ma accettabile per la qualità dell'opera.

11 aprile - La prefettura comunica al Commissario prefettizio che non è più interessata all'ampliamento giacché il materiale è già stato sistemato in luogo sicuro.

19 aprile - L'ing. Lo Re firma il VII SAL.

16 maggio - Il Consorzio scrive al Commissario prefettizio per chiedere di nominare il collaudatore dell'opera in modo da poter svincolare le trattenute a garanzia.

6 giugno - Relazione dell'ing. Lo Re al progetto di ampliamento del rifugio antibomba posto nella via San Luca.

20 giugno -  Relazione di accompagnamento allo stato finale.

28 giugno - Invio della documentazione di progetto e amministrativa al Comune di Casalecchio di Reno da parte dell‘ing. Lo Re.

29 giugno — L'ing. Lo Re spedisce al comune di Casalecchio di Reno la parcella professionale per la progettazione e la direzione lavori del rifugio.

3 luglio - Il Comune di Casalecchio approva la delibera di liquidazione finale.

26 agosto - Comune di Casalecchio di Reno: Liquidazione finale del lavoro di costruzione del rifugio "E. Muti" in via S. Luca.

5 settembre - Lettera del Capo della Prefettura al Commissario prefettizio in cui a seguito dell'incursione aerea del 22 marzo si chiede di spedire i vari documenti legati alla pratica di realizzazione del rifugio, poiché la pratica in Prefettura è andata dispersa.

11 settembre - Il Commissario prefettizio (tenente Alberto Noci) trasmette alla Prefettura il materiale richiesto.

 

da https://www.comune.casalecchio.bo.it/contenuto/contenuti--ecm/1943.ashx 

25 ottobre – Inizio dei lavori per la costruzione del rifugio antibomba sulla via di S.Luca (oggi via dei Bregoli)
Nel 1943 l’andamento del conflitto è ben diverso da quanto previsto al momento dell’ingresso in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940. Da luglio, con lo sbarco in Sicilia e la risalita dell’esercito alleato, gli italiani conoscono la guerra “in casa” nelle modalità adottate dagli angloamericani  per scoraggiare la resistenza interna e distruggere ogni infrastruttura che possa sostenerla: bombardamenti a tappeto su città, strade, ferrovie, aree industriali, caserme, aeroporti, luoghi comunque nevralgici per le comunicazioni. Gli attacchi aerei dimostrano la totale impreparazione al conflitto nei contesti urbani e producono una forte accelerazione nella costruzione di rifugi  anticrollo e, dove possibile, antibomba. Bologna rappresenta il più importante nodo ferroviario italiano. A Santa Viola la stazione di trasformazione e smistamento dell’energia elettrica rifornisce le linee ferroviarie che convergono sulla città e la sua distruzione arrecherebbe notevoli difficoltà e, insieme ad attacchi mirati in altri nodi di queste infrastrutture, potrebbe addirittura interrompere il traffico ferroviario tra il sud ed il nord dell’Italia. I bombardamenti su Bologna iniziano nel luglio 1943 e proseguiranno ininterrottamente fino all’aprile del 1945. 
L’intensificarsi dei bombardamenti fa pensare al peggio anche nelle zone periferiche e nei comuni limitrofi che si attivano per la costruzione di rifugi urbani o sfruttando le favorevoli conformazioni del territorio. Casalecchio si trova a ridosso della collina ed ovviamente verso questa zona si orienta l’ing. Raul Lo Re, Ingegnere Capo del Comune di Casalecchio,  per la costruzione di un vero e proprio rifugio antibomba che possa dare protezione ad un gran numero di persone. La costruzione del rifugio sotto la collina che costeggia la via di San Luca, oggi via dei Bregoli, a poche decine di  metri dalla Chiesa di San Martino  appare la soluzione ideale. In Archivio Comunale la prima comunicazione inerente il rifugio è datata 4 gennaio 1943. Si tratta di una lettera indirizzata dal Podestà di Casalecchio all’Ufficio Protezione Antiaerea della Prefettura in cui si descrive la zona dove si intende realizzare il rifugio. A questa seguiranno molte altre comunicazioni che coinvolgono Prefettura, Ministero dell’Interno, Genio Civile del Ministero dei Lavori Pubblici e la Società Bolognese di Elettricità. Dapprima il Ministero contesta l’eccessiva distanza del rifugio dal centro abitato, poi problemi di capitolato, modalità di allacciamento elettrico, approvazione dell’appalto da parte del Genio Civile, stipulazione del contratto di appalto tra il Comune di Casalecchio ed il Consorzio Bolognese Cooperative Costruzioni e Trasporti comportano eccessivi rallentamenti…i mesi trascorrono e le notizie dell’intensificarsi dei  bombardamenti mano a mano che gli alleati risalgono la penisola allarmano l’Amministrazione e la popolazione. In luglio iniziano i bombardamenti su Bologna e la vicinanza col nostro Comune comporta la necessità di avviare la costruzione del rifugio con urgenza, ma la mancata autorizzazione alla custodia di esplosivo in cantiere non permette ancora di iniziare i lavori. Solamente il 25 ottobre i lavori di costruzione del rifugio hanno inizio e si concludono il 29 gennaio 1944.
Il rifugio è scavato completamente in galleria, considerato tra i più sicuri e capace di resistere anche a colpi in pieno. Per realizzare la galleria si rende necessario scavare l’ammasso roccioso con martello pneumatico ed esplosivo. La galleria ha uno sviluppo di circa 70 metri ed è formata da due tratti longitudinali collegati da un ramo trasversale avente la medesima sezione. Un ampliamento del ramo trasversale con altri due tratti longitudinali ancor più verso l’interno dell’ammasso roccioso viene solo parzialmente realizzato. Ingresso ed uscita sono poste sulla via di San Luca, via dei Bregoli, ad altezze differenti, così da poter sfruttare la ventilazione naturale per il ricambio d’aria.
Appena oltre l’ingresso, dietro il muro antischeggia ancora oggi visibile dall’esterno, vi sono le due latrine. Per proteggere i rifugiati da possibili distacchi di roccia la volta del rifugio è rivestita per alcuni tratti con un anello in muratura di mattoni. Il rifugio è anche dotato di un impianto di illuminazione autonomo funzionante tramite un generatore.
La capienza di progetto è di 500 persone ed il rifugio è parzialmente utilizzato dai casalecchiesi già durante le fasi di costruzione. All’ingresso del rifugio vengono poste delle “assi amovibili” per limitarne l’accesso ai momenti di necessità, ma successivamente al 16 giugno 1944, giorno del primo bombardamento su Casalecchio, viene anche utilizzato dalle famiglie rimaste senza tetto come riparo e “casa” provvisoria. Custode del rifugio è Ugo Marzocchi, fratello di Don Carlo Marzocchi parroco di San Martino, il quale, abitando in Parrocchia, può agevolmente raggiungere ed aprire il rifugio ogniqualvolta la sirena dell’allarme aereo avverte dell’imminente incursione. Per 14 mesi il rifugio da riparo ai casalecchiesi della zona, ma anche ai molti cittadini abitanti in via Canale, alla Spziari, alla Cirenaica…che raggiunto di corsa il rifugio affidano alla Madonna di San Luca le loro vite, nella speranza di ritrovare la loro casa integra alla conclusione del bombardamento.  
Il rifugio viene intitolato ad Ettore Muti in quanto, dopo la sua uccisione nella notte tra il 23 ed il 24 agosto 1943 in circostanze oscure e mai totalmente chiarite, viene considerato dai nazifascisti “martire dei traditori badogliani”. Anche altre zone di Casalecchio vengono dotate di rifugi per dare riparo ai cittadini residenti lontano dal rifugio Ettore Muti: il Reginaldo Giuliani  in Piazza Umberto I, oggi Piazza della Repubblica, l’Eugenio Facchini in via Marconi, il Generale Tellera alla Croce, il Rondinini nella zona Tripoli, il Pacchiano in via Garibaldi, il Galuppi al Calzavecchio ed altri più piccoli, ma nessuno di questi raggiunge le dimensioni e la sicurezza del grande rifugio sul sentiero dei Bregoli.   
Negli ultimi mesi del conflitto ed in quelli immediatamente successivi diversi casalecchiesi rimasti senza casa utilizzano ancora il rifugio come “abitazione provvisoria” e tale è la necessità di un riparo che Don Carlo Marzocchi autorizza l’allestimento, lungo il primo tratto del sentiero dei Bregoli, di alcune piccole baracche in legno, che si aggiungono a quelle già presenti nel prato sottostante il rifugio. Queste baracche, semplici e modeste, sono comunque  funzionali alle precarie condizioni di vita che gli incessanti bombardamenti hanno causato.
Nell’ambito di un progetto di recupero dei “luoghi della memoria” del periodo più tragico vissuto dai casalecchiesi durante la seconda guerra mondiale, dopo diversi anni di semiabbandono ed alcune isolate iniziative nei primi anni del XXI secolo, è ormai prossima la messa in sicurezza del rifugio Muti per renderlo nuovamente visitabile in un’ottica di valorizzazione del patrimonio architettonico, storico e di memoria civile che rappresenta.

Bibliografia ed approfondimenti
L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003
Bologna, citta aperta : settembre 1943 - aprile 1945 / Mario Agnoli - Bologna : Tamari, 1975
Bologna in guerra : la città, i monumenti, i rifugi antiaerei / a cura di Luca Ciancabilla Argelato : Minerva, [2010]
Bologna sotto le bombe / a cura di Luca Alessandrini, [Bologna : s.n.], 2010, Conferenza tenutasi a Bologna : Centro civico Lame, 15 aprile 2010
Delenda Bononia: immagini dei bombardamenti 1943-1945 / a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi Monaco ; scritti di Alfredo Barbacci ... \et al.! ; presentazioni di Walter Vitali, Francesco Berti Arnoaldi Veli, Paolo Messina, Bologna : Pàtron, \1995!
Obiettivo Bologna : Open the doors: bombs away : dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale / Gastone Mazzanti, Bologna : Costa, 2001
Memorie sotterranee : i rifugi antiaerei a Bologna tra ricerca, tutela e valorizzazione / a cura di Vito Paticchia, Massimo Brunelli ; grafica Enzo Colombo, Bologna : IBC, [2013]
Quel lontano aprile : Casalecchio di Reno 1943-1945 / Alberto Cavalieri, [Italia] : [S.n.], stampa2010
Internet
https://www.sentierodeibregoli.it/home/storia/rifugio-antibomba
https://rifugiantiaereibologna.wordpress.com/
https://online.ibc.regione.emilia-romagna.it


Sezione di progetto del rifugio Ettore Muti (A.S.C. Casalecchio di Reno)


Planimetria di progetto del rifugio Ettore Muti con indicazione dell’ampliamento poi non realizzato (A.S.C. Casalecchio di Reno)


Galleria centrale del rifugio Ettore Muti (da Quel lontano aprile : Casalecchio di Reno 1943-1945, op.cit. in bibliografia)


Ingresso del rifugio Ettore Muti (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese)